😪 Sono già stanco
In rilievo: Zuck fuori controllo, anti-social, potremmo vivere sott'acqua e altro
Non so come stia andando il tuo rientro a lavoro ma a me dalle vacanze di Natale sembra già essere passato un secolo.
Forse perché stiamo riducendo gli zuccheri e il nostro corpo si deve riabituare ad abitudini alimentari più normali (e decisamente più tristi).
O forse perché dobbiamo fare i conti con tutte le cose che abbiamo rimandato prima delle feste e che ora si aggiungono ai nuovi impegni.
Qualcuno diceva che la fatica non deriva da ciò che fai, ma da ciò che non riesci a portare a termine.
Allora, almeno per queste prime settimane (ma anche sempre):
stacca prima di iniziare, che sia una passeggiata all’aria aperta o un caffè al bar, trova 15 minuti per sgomberare la mente prima di metterti a lavorare. Questo ti aiuterà a ricaricare le energie e affrontare gli impegni con più lucidità.
definisci un solo obiettivo, l’obiettivo più importante per la tua giornata. Dedicati solo a questo evitando distrazioni o altre attività meno rilevanti. Solo quando questo compito è completato, puoi considerare di passare a un altro.
datti tregua, chissene frega se non riesci a fare tutto. La ripresa dopo un periodo di relax è un processo che richiede tempo. E se il ritorno dalle vacanze ti ha già messo in difficoltà, forse è arrivato il momento di rivedere le tue abitudini e dare priorità alle cose che ti fanno stare bene.
E allora buon primo vero weekend dell’anno!
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Nella newsletter di oggi: la California deve bruciare, Trump compra la Groenlandia e le tendenze del 2025.
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🔥 IN RILIEVO
I contenuti rilevanti di questa settimana.
Meta ha smesso di moderare i contenuti
Lo scorso martedì 7 gennaio Mark Zuckerberg ha annunciato in un video che su Facebook, Instagram e Threads ci saranno alcune novità:
i contenuti pubblicati sulle piattaforme non verranno più controllati da fact-checker di terze parti (moderatori super partes che filtrano contenuti dannosi o incorretti)
i fact-checker verranno sostituiti da un sistema basato sulle note della community, come quello utilizzato da X di Elon Musk
verranno eliminate le restrizioni su determinati temi, tra cui immigrazione e identità di genere
verranno adattati i filtri di moderazione automatizzati per cercare solo contenuti illegali o “violazioni di elevata gravità”, come sfruttamento minorile, terrorismo, droga, frodi e truffe
verrà dato maggiore spazio ai contenuti politici e le persone potranno poi regolarne la frequenza
il team di moderazione verrà spostato dalla California (stato liberale) al Texas (stato repubblicano), proprio come fatto da Elon Musk per X
Le novità sono state annunciate in nome della “libertà di parola”, ma i veri motivi sono evidentemente altri.
Zuckerberg vuole liberarsi di alcune preoccupazioni - come il processo Antitrust del prossimo aprile, la concorrenza di TikTok e la bromance tra Musk e Trump - e per farlo ha bisogno di ricucire il rapporto proprio con il presidente e la Casa Bianca.
Ecco perché tra i nuovi consiglieri di Meta è stata nominata Dana White, persona vicinissima a Trump, e il nuovo Presidente degli Affari globali è il repubblicano Joel Kaplan che è stato incaricato di commentare l’annuncio di Zuck in diretta su Fox, la tv repubblicana per eccellenza.
La mossa ha funzionato. Donald Trump ha accolto con favore i cambiamenti annunciati da Meta, definendoli "eccellenti". Ha dichiarato che l'azienda ha fatto "molta strada" e ha suggerito che i cambiamenti siano "probabilmente" una conseguenza delle minacce legali che lui stesso aveva rivolto a Meta e al CEO Mark Zuckerberg.
Nel frattempo, la preoccupazione principale dell’opinione collettiva rimane la proliferazione di contenuti omofobi, misogeni, falsi e dannosi che fino ad oggi erano stati filtrati da Meta, anche se non sempre in maniera impeccabile.
Per dirla con Ryan Broderick:
I nostri peggiori impulsi non moderati [verranno] condivisi dall'algoritmo e riaffermati dall'AI. Dove nulla deve essere vero e tutto è popolare. Un mondo in cui se Meta ispira teorie cospirative, rivolte razziali o insurrezioni, nessuno se ne accorgerà. O, per lo meno, sarà così diviso su cosa è successo che Meta non verrà più incolpato.
I Memecoin vogliono la tua attenzione... e il tuo portafoglio
I Memecoin, le criptovalute che sono semplicemente pura speculazione finanziaria mascherata da scherzo, sono destinati a vivere il loro periodo di massimo splendore quest'anno, poiché il gioco d'azzardo digitale non è solo accettato, ma anche incoraggiato.
Il settore delle criptovalute è a un bivio. Mentre la nuova amministrazione USA supporta la tecnologia e il bitcoin entusiasma gli investitori superando i 100.000 $, i memecoin rischiano di rovinare la fragile reputazione delle criptovalute.
I memecoin sono infatti l'equivalente fintech della viralità casuale: sono impossibili da prevedere, effimeri e finiscono in un lampo.
La disponibilità di memecoin è aumentata vertiginosamente lo scorso anno dopo che una piattaforma chiamata Pump.fun ha reso la loro coniazione semplice ed economica.
Da allora sono stati creati 4,7 milioni di memecoin, anche da celebrità come Jason Derulo e Iggy Azalea, che li hanno commercializzati attraverso infiniti meme di se stessi.
Il mercato dei memecoin vale ora oltre 100 miliardi di dollari.
Venture capitalist, società e fondi di investimento hanno opinioni contrastanti a riguardo: alcuni affermano che la “degenerazione” dei memecoin sia appena iniziata, altri stanno investendo pesantemente sperando che uno di questi diventi il prossimo dogecoin (il nonno dei memecoin, diventato una delle criptovalute più popolari e iconiche del mondo).
In ogni caso, alcuni imprenditori molto ambiziosi (e tolleranti al rischio) potrebbero rivolgersi alle memecoin per raccogliere rapidamente capitali e fare un po' di marketing iniziale.
Siamo nel secolo anti-social
Nonostante i social network, il secolo che stiamo vivendo è tutt’altro che “social”.
Ne parla Derek Thompson in questo bell’articolo su The Atlantic che vale la pena leggere per farsi un’idea di alcune delle dinamiche sociali che stanno caratterizzando il nostro tempo.
Un estratto:
Tra il 2003 e il 2023 il tempo dedicato alla socializzazione è diminuito di oltre il 20%
Il cambiamento è stato accelerato dalla pandemia, ma è parte di una tendenza più ampia che risale a decenni prima.
La diffusione del takeaway e del lavoro da remoto ha trasformato spazi sociali tradizionali (come i bar e gli uffici) in luoghi di solitudine o interazioni minime.
Dispositivi come smartphone e piattaforme di streaming hanno amplificato l'isolamento, offrendo intrattenimento e interazioni virtuali che sostituiscono le connessioni faccia a faccia.
Spazi pubblici come biblioteche e palestre scolastiche sono sempre meno accessibili, erodendo la possibilità di costruire comunità.
Le relazioni di "medio livello" (come quelle con i vicini) stanno scomparendo, creando un divario tra legami stretti (familiari e amici intimi) e connessioni virtuali con estranei.
L'isolamento alimenta polarizzazione politica e incomprensioni reciproche. Senza contatti diretti, i cittadini tendono a demonizzare chi ha opinioni diverse.
Un sondaggio del 2020 ha mostrato che il 40% degli elettori di partiti opposti vedeva gli avversari con disprezzo totale, contro l’8% nel 2000.
Gli scienziati potrebbero presto vivere sott’acqua
La società di esplorazione oceanica Deep sta avviando i test su un habitat in cui i subacquei addetti alla ricerca possono vivere e lavorare a profondità di 100 metri per una settimana alla volta: un trampolino di lancio per un ambiente ancora più grande in cui le persone potrebbero restare sott'acqua per anni.
Il successo degli habitat di Deep rappresenta una pietra miliare nella capacità dell'umanità di sopravvivere sott'acqua per un lungo periodo, il che potrebbe potenziare la nostra comprensione dell'ecologia oceanica e della regolazione del clima .
La California deve bruciare
Le notizie sugli incendi che stanno colpendo la Contea di Los Angeles in queste ore si susseguono senza sosta e descrivono una situazione critica e senza precedenti.
Il punto è che sono il risultato di un approccio alla gestione degli incendi e di scelte urbanistiche che hanno trasformato un’area geografica naturalmente predisposta a prendere fuoco in un disastro annunciato.
La California, invece, dovrebbe essere lasciata bruciare.
Ecco perché:
Gli ecosistemi della California sono adattati al fuoco e ne dipendono per il rinnovo. Tuttavia, la soppressione totale degli incendi ha permesso l'accumulo di combustibile naturale, rendendo inevitabili incendi più intensi e distruttivi.
La Contea di Los Angeles è stata sviluppata in un'area naturalmente predisposta agli incendi. Costruire case lussuose in queste zone è una sfida inutile alla natura, con costi umani, economici e ambientali insostenibili.
Mentre i residenti benestanti di Malibu e dintorni ricevono enormi risorse per la protezione e la ricostruzione delle loro case, gli abitanti delle zone più povere di Los Angeles soffrono incendi urbani evitabili a causa di standard edilizi carenti.
Quello che serve è allora un cambio di paradigma, iniziando da un dibattito serio sulla saggezza di continuare a ricostruire in aree a rischio estremo cercando di “domare” il ciclo della natura.
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