Relevant Stories è la rubrica che racconta l’esperienza di creator, piccoli imprenditori, nomadi digitali e persone che hanno lasciato il lavoro tradizionale per dedicarsi a un progetto alternativo inseguendo l’obiettivo più ambizioso di tutti: vivere la vita che desiderano.
Ti viene in mente qualcuno che dovremmo assolutamente intervistare per questa rubrica? Scrivicelo qui.
Continuare a fiorire
Se pensi che sia troppo tardi per cambiare lavoro e ricominciare da zero, questa storia è per te.
Troppo spesso ci identifichiamo nella nostra professione e ci convinciamo che quella sia l’unica opzione valida per il resto della nostra esistenza.
Lo schema è più o meno questo:
scegli un percorso di studi per trovare un buon lavoro;
accetti la prima offerta come se fosse piovuta una manna dal cielo;
ti fai andare bene quel lavoro per il resto della tua vita .
Al massimo, cambi azienda o settore ma la storia rimane la stessa.
Alcune persone, invece, trovano il modo per sperimentare percorsi diversi e avvicinarsi gradualmente alla vita che desiderano realmente.
È il caso di Andrea Bergamaschi, Floral Artist con base a San Francisco che nel 2020 fonda Amour De Gitane, brand di composizioni floreali per matrimoni ed eventi, dopo una lunga serie di esperimenti di vita e professionali.
Questa è la sua Relevant Story.
Ho conosciuto Andrea nel 2019 durante una summer school di Service Design in Sicilia e già all’epoca aveva vissuto tre o quattro vite diverse.
Dopo aver conseguito una laurea triennale in Fashion Design a Milano, Andrea inizia a lavorare come designer per alcune famose case di moda.
Disegna abiti per marchi italiani e internazionali e ne segue la produzione, ma si accorge presto che quel mondo non fa per lei.
Decide allora di provare a cambiarlo: si mette in proprio e lancia il suo brand di abbigliamento sartoriale made in Italy.
Per farlo, è stato fondamentale il supporto della sua famiglia, in particolar modo di sua madre, che le ha dato un aiuto concreto per l’avvio del brand.
È stata il mio pilastro in questo progetto. Senza i miei genitori il mio brand non sarebbe esistito. È stata un’esperienza molto formativa. Quando apri la tua società, ti trovi a correre e a ricoprire mille ruoli diversi. Disegnavo abiti, li producevo, gestivo il rapporto con i clienti, le vendite e la comunicazione. Mi ha anche forgiata a livello personale dal momento in cui ho presoo la decisione di chiuderla. Ci ho messo molto tempo a elaborarla.
Dopo quattro anni, infatti, l’attività non era diventata sufficientemente profittevole e Andrea continuava a scontrarsi con le logiche di un settore, quello della moda, poco incline all’etica e alla trasparenza.
Campavo di soddisfazioni. I miei cappotti venivano venduti a 800€ ma io non ci guadagnavo niente. La filiera del made in Italy ha costi troppo alti. Poi, i rivenditori preferiscono pagare prima i grandi brand e solo per ultimi i produttori artigianali. Qualcuno non mi ha neanche mai pagata. Alla lunga era diventato insostenibile.
Decide allora di chiudere la società e andare oltre.
Apre un blog di viaggi e lifestyle in cui inizia a raccontare le sue avventure in giro per il mondo, approcciandolo con grande dedizione ma senza arrivare a trasformarlo in una vera e propria professione.
Scrivere non era la mia passione, ma è stato terapeutico. Il blog comunque non è andato male. Mi ero creata un seguito e iniziavo a ricevere qualche prodotto da promuovere con i miei contenuti.
Nello stesso periodo, gestisce un bar all’interno del ristorante dei suoi genitori, a Rimini. Prova a importare il bubble tea, bevanda che aveva scoperto durante un viaggio in California e che da li a qualche anno sarebbe diventato un trend globale.
Ma il timing e il luogo non sono dalla sua parte, così, dopo un anno, decide di cambiare di nuovo aria cercando qualcosa che le permettesse di creare un impatto positivo sul mondo.
Approda allo UX design.
Segue un corso in Talent Garden a Milano e trova lavoro in una delle più note realtà italiane nel mondo del design.
Entra con un contratto da Intern, lavora per un anno ma l’esperienza professionale non la soddisfa. Prima di ricevere la proposta di assunzione a tempo indeterminato, si licenzia.
Sono allergica ai contratti. Sono figlia di imprenditori e sentirmi incastrata in un’azienda, dover seguire orari e ordini, non fa per me. In più, lavorare tutto il giorno al computer mi metteva ansia.
Nel frattempo, la ditta dei suoi genitori, specializzata in ristrutturazioni, acquisisce un’importante commessa per il rifacimento di un piccolo hotel in Marocco. Andrea li aiuta gestendo la parte di branding, arredamento e strategia di comunicazione.
Il riad ottiene subito prenotazioni e ottimi riscontri, ma, a due mesi dall’apertura, arriva il covid.
Sono stati due anni duri, ma oggi il riad va bene ed è il progetto che mi ha dato più soddisfazione. Seguo ancora a distanza le attività creative e legate all’identità dell’hotel, ma ho capito che la mia vita non può essere esclusivamente legata al mondo dell’ospitalità in Marocco.
Si iscrive per gioco a un corso di flower farming (coltivazione di fiori seguendo tecniche e ritmi completamente naturali) e vive una rivelazione.
Per la prima volta nella mia vita ho sentito di aver trovato la mia passione. Avevo bisogno di tornare a creare qualcosa con le mie mani. Coltivare fiori è un gesto pratico ed elementare che però può avere un grande impatto positivo sul mondo se fatto nel modo giusto. In più, ho sempre cercato la bellezza nel mondo del lavoro, e i fiori sono bellezza allo stato puro.
Facendo pratica e trascorrendo tempo tra i fiori, Andrea scopre di essere più portata per la composizione che per la coltivazione, così approfondisce le sue competenze seguendo alcuni corsi di floral design.
Prende in prestito un piccolo magazzino di famiglia in disuso, lo rimette in sesto e inizia a comporre ghirlande nel suo piccolo laboratorio e a venderle online.
Nel frattempo, fa pratica lavorando come fotografa ai matrimoni in modo da migliorare le sue competenze fotografiche applicate alle composizioni floreali e sfrutta l’occasione per osservare il lavoro svolto dalle fioriste durante gli eventi.
Poco tempo dopo, si trasferisce a San Francisco, dove suo marito viveva e lavorava da diversi anni.
È stato uno shock. Qui è la patria mondiale del floral design, lo standard è molto alto e io non sapevo da dove iniziare. Ho mandato email a negozi e studi della zona. Non mi ha risposto nessuno per quasi un mese. Poi ricevo un contatto da un negozio di San Francisco che cercava una fiorista. Ero contenta a metà, perché non sono brava a lavorare a contatto con i clienti, oltretutto in inglese. Ma era l’unica opportunità che avevo e l’ho accettata.
Inizia a lavorare in negozio, partecipa ad alcuni matrimoni e si crea diversi contatti che diventeranno i suoi primi clienti personali.
Un anno dopo si mette in proprio, lavora come floral designer freelance e apre Amour de Gitane, il suo brand di composizioni floreali per matrimoni ed eventi.
Oggi, Andrea si dedica completamente alla sua attività di floral design e all’ampliamento della customer base cercando e ricevendo sempre nuove commissioni e richieste di collaborazione.
In futuro, punta a far crescere il suo brand e tornare in Europa.
Il mio obiettivo è comunque quello di tornare per riavvicinarmi alla famiglia e perché lo stile di vita che abbiamo in Europa e in Italia, qui mi manca. Da noi però c’è una mentalità diversa e non c’è molto la cultura del freelance. Se tornerò in Italia, mi concentrerò quasi esclusivamente sul mio brand.
In chiusura all’intervista, Andrea mi dice di essere stata fortunata per aver avuto la possibilità di fare questi cambi, di viaggiare e di studiare, e di dover ringraziare i suoi genitori per questa opportunità.
Avere una famiglia che ti mette nelle condizioni di esplorare liberamente i percorsi che più fanno per te è sicuramente un fattore non trascurabile, ma dopo averla sentita parlare, sono convinto che dietro alla sua incredibile storia ci sia molto altro.
Saper riconoscere quello che ci fa stare male. Spesso tendiamo a reprimere le sensazioni negative legate alla nostra professione perché “mi pagano bene”, “fa parte del lavoro” o “c’è di peggio”. Andrea lo ha sperimentato più volte tra ambienti tossici, lavoro non pagato e dinamiche ansiogene. La verità è che niente dovrebbe mai venire prima del nostro benessere, e se anche solo avvertiamo che la strada che abbiamo intrapreso non fa per noi, dobbiamo attivarci per cambiare percorso.
Saper accettare le sconfitte. Fallire non è la fine del mondo. Andrea ha dovuto chiudere il suo brand di abbigliamento, abbandonare l’idea del bar, del blogging, licenziarsi dal suo impiego come UX designer dopo aver investito un’enorme quantità di tempo, energie e passione in ogni progetto. Abbandonare il percorso che pensavamo fosse quello giusto può essere doloroso, ma la vita va avanti e trova sempre il modo di condurci a ciò che siamo veramente.
Credere nelle proprie idee fino in fondo. Parlando con Andrea, mi ha stupito la sua capacità di dedicarsi completamente a ogni singolo progetto che ha seguito come se ogni percorso fosse quello definitivo. Ammiro le persone che credono fino in fondo nelle proprie idee, che ne vanno orgogliose, e questo è un concetto che voglio fare mio anche per le mie prossime avventure.
Non smettere mai di studiare. Se rileggi questa storia, ti accorgerai che c’è una costante in tutte le esperienze di Andrea: i corsi. Ogni nuovo percorso ha richiesto di imparare nuove competenze, dal fashion design alla UX, alla fotografia, al flower farming, alla composizione floreale. Corsi e workshop ti permettono di acquisire le skills di cui hai bisogno e, soprattutto, di conoscere nuove persone e aprirti nuove opportunità.
Vedere l’immagine d’insieme. Il lavoro è solo una parte della nostra esistenza, e il lavoro che svolgiamo oggi non è per forza l’unico lavoro a cui dovremmo ambire. Piuttosto, è utile considerarci come eterni freelancer, professionisti dotati ognuno del suo bagaglio di competenze che arricchiamo grazie a tutto quello che facciamo ogni giorno per lavoro e nel tempo libero. Vedere le cose in questo modo aiuta considerare l’immagine di insieme della nostra vita, non sentirci mai in trappola e rimanere sempre pronti a cogliere le opportunità che si presentano.
Con Andrea abbiamo poi continuato a parlare delle differenze tra Italia e USA, delle difficoltà di avviare un’attività all’estero, di “fake it till you make it”, e di molto altro.
Trovi tutto sul sito di Relevant.
La sua risorsa rilevante:
📚 Floret Farm’s A Year In Flowers
💐 La Musa de las Flores’ Garden Workshop
Ti piacerebbe incontrare Andrea e ricevere i suoi consigli su come avviare la tua attività floreale? Fai click sul bottone qui sotto e scrivici un breve messaggio per organizzare una consulenza.
In rilievo
I contenuti rilevanti di questa settimana.
🤖 OpenAI ha lanciato GPT Store, un marketplace di chatbot realizzati dagli utenti di ChatGPT. Ad esempio, il chatbot per imparare il coding, quello per creare loghi, ma anche quello per imparare a cucinare o trovare sentieri in montagna
👾 Amazon ha licenziato il 35% dei dipendenti di Twitch, piattaforma acquistata da Bezos 9 anni fa e che ancora non è diventata remunerativa
🥽 Dal 19 gennaio potrai acquistare gli Apple Vision Pro
🎹 Un sito interattivo per imparare a usare i sintetizzatori musicali. Learning Synths (su tablet è ancora meglio)
📺 I più giovani non sanno com’è stata l’era pre-internet ma ne sentono la nostalgia. E anche noi
🪦 Nel frattempo, l’internet dei millennial è morto
👜 Un 13enne è stato contattato per uno stage da Louis Vuitton dopo che la madre ha condiviso i suoi bozzetti su Instagram
🛞 Volkswagen inserirà ChatGPT all’interno dei suoi nuovi veicoli
🤳🏻 Una bella puntata di
di Andrea Girolami: Il mondo è in mano ai creator🕹️ Il mio nuovo gioco preferito: Bandit RIP
Cool stuff
Altre cose che potrebbero piacerti.
Da ascoltare
Da vedere
Il video di presentazione del nuovo Rabbit r1, il dispositivo che promette di cambiare per sempre il modo in cui usiamo l’intelligenza artificiale nella vita di tutti i giorni.
Stay Relevant.