😤 Una botta di autostima
In rilievo: oligarchia dei bro, primi triliardari, revenge quitting e altro
Già la vita è complicata.
Se poi ci mettiamo i bastoni tra le ruote da soli e da sole, non se ne esce più.
Allora ecco alcune abitudini molto comuni che bisognerebbe evitare per non distruggere la nostra autostima.
1. Parlare di sé in modo negativo
Criticarsi può aiutare a prendere coscienza della propria situazione e motivare all’azione, ma farlo in modo ricorrente rinforza un’immagine negativa di noi stessi e noi stesse. Meglio sostituire le critiche con con considerazioni positive e realistiche, come “ho fatto dei grandi passi avanti da quando ho iniziato”.
2. Circondarsi di persone tossiche
Se ti circondi di persone che passano il tempo a fare gossip, che ti sminuiscono o che parlano male di te alle tue spalle, la tua autostima sicuramente si abbasserà. Facci caso e dedica il tuo tempo a persone che ti motivano e che ti fanno sentire bene.
3. Adottare una postura chiusa
Il nostro corpo invia segnali al cervello. Tenere una postura chiusa, con spalle incurvate e testa abbassata ed evitare il contatto visivo con le altre persone può indurre sentimenti di insicurezza e ridurre la fiducia in sé stessi. Quindi schiena dritta, mento in alto, spalle indietro e rilassate. Senti subito la differenza.
4. Confrontarsi con gli altri
Ognuno ha la sua storia. Ognuno ha il suo percorso. Ognuno ha un punto di partenza diverso. Misurare i tuoi successi sulla base di quelli altrui ti farà solo perdere tempo. Concentrati sui tuoi progressi personali e sforzati di usare il confronto solo per ispirazione.
5. Comprare sempre le cose più economiche
Spendere in maniera consapevole e in base alle proprie possibilità è giusto. Ma se acquisti sempre il cibo, i vestiti o i biglietti più economici mentre potresti permetterti di meglio, ti stai lentamente convincendo che non meriti di più. Vali sicuramente di più di quella maglietta di H&M. E poi mia nonna diceva sempre: “Il risparmio non è mai guadagno”.
6. Rimuginare sul passato
Ok quella volta hai sbagliato. Hai commesso quell’errore. Non devi farlo più. Però ora basta pensarci. Una volta imparata la lezione, rimuginare non serve a niente e ti tiene solo bloccato/a. Quanto ti accorgi che stai iniziando a rimuginare, mettiti un timer. Dopo 5 minuti fai un bel respiro profondo e sposta i tuoi pensieri verso riflessioni più utili e realistiche.
7. Accontentare gli altri
Dire sempre di sì agli altri ignorando i tuoi bisogni insegna al tuo cervello che i tuoi desideri e i tuoi confini non contano. Col tempo, questo mina la tua fiducia e ti fa sentire risentito/a e trascurato/a. La fiducia cresce quando impari a stabilire dei limiti e a dire no senza sensi di colpa.
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Dalla prossima settimana, per alcune edizioni, Relevant uscirà con cadenza bisettimanale. Questo ci aiuterà a gestire al meglio alcuni nuovi impegni che vi abbiamo raccontato nelle puntate precedenti e sui quali non vediamo l’ora di aggiornarvi. Stay Relevant.
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Nella newsletter di oggi: cos’era Silk Road? Le nomination agli Oscar 2025 e l’orario migliore per cenare.
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🔥 IN RILIEVO
I contenuti rilevanti di questa settimana.
La broligarchia è iniziata
Con l’insediamento del nuovo presidente eletto Donald Trump è ufficialmente iniziata la broligarchia, il dominio di uomini miliardari ed egocentrici che usano il loro potere economico e tecnologico per influenzare il futuro della società secondo i propri interessi e ideali.
La loro visione include:
la colonizzazione dello spazio, con progetti come Space X di Musk e Blue Origin di Bezos, per garantire la sopravvivenza dell’umanità
la promozione delle criptovalute per superare i sistemi finanziari tradizionali
la creazione di città startup o stati-rete, come Prospera in Honduras o Praxis nel Mediterraneo
la ricerca sulla longevità e sull’immortalità, oltre all’utilizzo di tecnologie avanzate, come quelle di Neuralink (di Musk), per fondere l'intelligenza umana con le macchine e superare i limiti biologici
il controllo della narrazione e della post-verità, manipolando gli algoritmi delle piattaforme di cui sono proprietari per promuovere una disinformazione che favorisca i loro interessi
Sembra fantascienza, e invece è attualità.
I bro lavorano su queste iniziative da anni e ora hanno grandi aspettative nei confronti del nuovo mandato di Donald Trump, che non ha perso tempo e ha già emanato una raffica di decreti.
Proprio il nuovo presidente e la sua amministrazione stanno ragionando sulla necessità di istituire un nuovo ordine mondiale.
Quello attuale, nato alla fine della Seconda guerra mondiale e basato sull’ONU, sarebbe infatti diventato obsoleto e dovrebbe essere sostituito da una leadership americana basata sui rapporti di forza globali.
Cina, Russia e i paesi del Sud del mondo potrebbero trovarsi d’accordo, mentre l’Europa, come dimostrato dalla rivendicazione di Trump a proposito della Groenlandia, ne risulterebbe fortemente indebolita.
Nel frattempo, durante la cerimonia di insediamento, Elon Musk ha concluso il suo intervento sul palco con un saluto fascista, che il suo referente italiano Andrea Stroppa ha voluto celebrare su X con un post che recitava “l’impero Romano è tornato, a cominciare dal saluto romano” prima di rimuovere il commento.
L'Anti Defamation League (ADL, un'organizzazione non governativa internazionale che si dedica a combattere l'antisemitismo, l'odio, la discriminazione e l'estremismo), è intervenuta a difesa di Musk affermando che si è trattato "semplicemente" di un momento di ambiguità dovuto all'entusiasmo.
L’intento di Elon sarebbe stato quello di esprimere il messaggio “il mio cuore è con voi” toccandosi il petto e tendendo il braccio verso il pubblico, messaggio che ha poi pronunciato anche al microfono.
Ma se il gesto in sé può essere ambiguo, l’endorsement di Musk a partiti di estrema destra, come il tedesco AdF, e il suo appoggio di teorie antisemite lascia meno dubbi sugli ideali del patron di Tesla.
Comunque sia, iniziamo bene…
L’IA è un grosso problema per l’ambiente
Una domanda a ChatGPT consuma 10 volte più elettricità di una normale ricerca sul web, e il suo utilizzo complessivo consuma più energia di intere nazioni.
I processori e l’hardware necessario per il funzionamento dei modelli di intelligenza artificiale generativa contribuiscono all’emissione di decine di milioni di tonnellate di CO2 ogni anno.
L'IA promette di affrontare alcune delle più grandi emergenze ambientali globali, come il monitoraggio delle emissioni di metano o la mappatura delle attività di estrazione dannose, migliorando l’efficienza e supportando decisioni più sostenibili.
Ma il suo utilizzo e l’espansione della struttura necessaria al suo funzionamento comportano costi ambientali enormi e spesso ignorati.
Ma cosa possiamo fare a riguardo?
Standardizzare la misurazione degli impatti ambientali dell'AI per garantire maggiore trasparenza.
Regolamentare l’uso delle risorse e richiedere la divulgazione dei costi ambientali da parte delle aziende tecnologiche.
Ottimizzare l’efficienza energetica degli algoritmi e promuovere l’uso di energia rinnovabile nei data center.
Integrare le politiche sull’AI nelle normative ambientali globali per affrontare le sfide in modo coordinato.
Sensibilizzare l’opinione pubblica ed educarla all’utilizzo consapevole di questa nuova tecnologia.
Un adeguamento rapido di regole e politiche per la produzione e l’uso dell’AI è un tema urgente da affrontare a livello globale per non trasformare uno strumento potenzialmente rivoluzionario nell’ennesima minaccia per la sopravvivenza del nostro ecosistema.
Cos’era Silk Road?
Lo scorso martedì il presidente Donald Trump ha graziato il fondatore di Silk Road, Ross Ulbricht, liberandolo da una condanna all'ergastolo dopo oltre 10 anni.
Ma se non trascorri molto tempo sul dark web (come tutti, ovviamente…), potresti non sapere chi è Ulbricht o cosa ha fatto esattamente per ricevere una condanna all'ergastolo.
La Via della Seta era una rete di rotte commerciali tra Europa e Asia risalenti al II secolo a.C., chiamata così per i tessuti che costituivano una quota importante del suo commercio.
Nel 2011, Ulbricht prese in prestito il nome e fondò un mercato nero online per l’acquisto e la vendita di beni, principalmente droga, ma anche documenti d’identità falsi e articoli legali, tra cui libri e opere d’arte. Silk Road, per l’appunto.
Era reperibile solo nel dark web, un'altra parte di Internet a cui le persone accedono tramite Tor, una rete che rende anonima la posizione degli utenti, e le transazioni richiedevano criptovalute.
Nel 2013 l'FBI chiuse Silk Road e nel 2015 Ulbricht fu condannato all'ergastolo per traffico di droga, pirateria informatica e riciclaggio di denaro.
Tutto questo sembra piuttosto illegale. E allora perché è stato graziato?
Ulbricht è stato accolto con favore da molti libertari, che considerano Silk Road un mercato per il libero scambio, e dagli appassionati di criptovalute.
Ulbricht, sostenevano, non commerciava droga né arrecava alcun danno. E Silk Road limitava comunque il commercio di determinate categorie di merce pericolosa, tra cui la pornografia infantile.
Tra questi libertari c’è anche Donald Trump, che lo scorso anno durante la Libertarian National Convention aveva promesso di liberare Ross Ulbricht se fosse stato eletto presidente.
I primi triliardari
Pensavi che i miliardari fossero esagerati?
Aspetta di vedere i triliardari.
Cinque persone dovrebbero raggiungere il triliardo di dollari di ricchezza personale entro il prossimo decennio, secondo il rapporto sulla disuguaglianza di Oxfam.
Elon Musk, l’attuale persona più ricca del mondo con 430 miliardi di dollari di patrimonio, è destinato a superare il traguardo dei trilioni di dollari in meno di cinque anni.
Gli altri quattro nomi li puoi indovinare. Altrimenti guarda qui.
Nel frattempo, quasi 5 miliardi di persone sono diventate più povere.
Per vedere il primo trilionario basteranno 5 anni, mentre per sconfiggere la povertà ce ne vorranno almeno 200, come afferma il direttore di Oxfam.
La soluzione? Secondo Oxfam:
tassare di più le persone più ricche
tassare di più le aziende più ricche
ridurre l’evasione fiscale
Il quiet quitting è finito
Basta dimissioni silenziose.
Il 2025 è l’anno del revenge quitting, le dimissioni per vendetta.
Come racconta Forbes, con il 65% dei lavoratori che si sente bloccato nel proprio ruolo e con la prospettiva di un mercato del lavoro in espansione, quest’anno un numero maggiore di dipendenti coglierà l’occasione per “vendicarsi” delle ingiustizie accumulate negli scorsi anni presentando le dimissioni.
Secondo gli esperti, la tendenza dei lavoratori esausti che se la prendono con i datori di lavoro lasciandoli all’improvviso è in realtà in atto da anni ed è stata accelerata da fattori come i progressi tecnologici, il burnout le aspettative delle nuove generazioni riguardo al posto di lavoro.
Secondo un sondaggio condotto da Software Finder su oltre 1.000 dipendenti a tempo pieno, i più propensi a ritirarsi lavorano nei settori marketing e pubblicità (16%), IT e tecnologia (11%) e media e intrattenimento (7%).
E sebbene solo il 4% dei lavoratori in generale abbia in programma di dimettersi per vendetta quest'anno, la tensione è chiaramente palpabile: il 28% si aspetta che almeno un altro collega faccia altrettanto.
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