🤔 Killer, eroe o meme?
In rilievo: ha vinto l'AI, hanno perso gli assistenti vocali e chi è il tizio che ha mangiato la Banana di Cattelan
La scorsa settimana abbiamo parlato di quanto lo Spotify Wrapped 2024 sia stato deludente. Ora sappiamo anche il perché: AI usata male + persone chiave licenziate dall’azienda.
Lo scorso anno, infatti, Spotify ha fatto un grosso giro di licenziamenti, e tra quei licenziamenti c'era Glenn McDonald, il data scientist che gestiva l'enorme tesoro di dati di Spotify.
McDonald, tra le altre cose, aveva lavorato sugli algoritmi di somiglianza degli artisti ed è probabile che la sua partenza sia anche il motivo per cui anche le playlist intelligenti come Discover Weekly hanno fatto più schifo del solito.
Così, ha pensato fosse il caso di commentare la questione nel seguente modo:
“Touching”.
Ma ora parliamo di cose più importanti.
Anzi, Rilevanti.
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Nella newsletter di oggi: il caso di Luigi Mangione, il super chip di Google e dove dovresti andare in vacanza nel 2025.
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Luigi Mangione: killer, eroe o meme?
Si sta parlando tanto del caso di Luigi Mangione, il 26enne italoamericano che lo scorso 4 dicembre a New York ha ucciso Brian Thompson, CEO di UnitedHealthcare.
Nel giro di qualche ora dalla diffusione della notizia, Mangione è diventato un eroe del web, e non solo, per almeno due motivi.
Il primo è che ha compiuto un gesto estremo in cui si è riconosciuta larga parte dell’opinione pubblica americana, frustrata da un sistema sanitario che nega sistematicamente le cure a milioni di persone in nome del profitto.
Il secondo è che Mangione è un ragazzo di bell’aspetto e fotogenico, e questo ha aiutato ad attenuare il giudizio negativo nei confronti del gesto che ha compiuto.
Si parla infatti di “pretty privilege” per indicare quel vantaggio sociale che le persone attraenti ottengono semplicemente grazie al loro aspetto fisico.
Quando vediamo una persona di bell’aspetto, il nostro cervello spesso associa in automatico tratti positivi generando il cosiddetto “effetto alone”.
Questo fenomeno vale ovviamente anche per i criminali, e infatti non è raro che nei tribunali gli imputati attraenti ricevano sentenze più leggere.
Comunque sia, le persone online hanno iniziato subito a celebrarlo, a sfornare meme e a creare un’enorme conversazione in cui il killer diventa eroe sexy che combatte il nemico di tutti.
Ci sono poi alcuni dettagli dell’omicidio, come le parole “Deny, Defend, Depose” scritte da Mangione sui bossoli della sua pistola, la fuga in bicicletta o lo zaino pieno di soldi del Monopoly che hanno contribuito a rendere ancora più commerciale la sua immagine. Al punto che è nata un’intera linea di merch che sta avendo molto successo in questi giorni.
Nel frattempo, i media tradizionali stanno tentando in tutti i modi di portare l’opinione pubblica a schierarsi contro il killer, enfatizzando l’omicidio come gesto inaccettabile e riportando tutto alla dimensione della violenza interpersonale di un colpevole (il killer) ai danni di una vittima (il CEO).
Ma alla gente non interessa. Nella loro versione la vera violenza è quella istituzionale, strutturale e di Stato. E per combatterla vale tutto, anche il gesto estremo che, anzi, finalmente qualcuno ha trovato il coraggio di fare.
Le narrazioni sono lo strumento con cui interpretiamo il mondo. Se prima erano nelle mani di poche voci autorevoli e guidate ognuna dal proprio interesse, ora sono letteralmente nelle mani - e nei cellulari - di tutti.
E nella narrazione di tutti, Mangione è l’eroe di cui avevamo bisogno.
Alla fine, l’AI ha sostituito gli esseri umani
“L’AI non arriverà mai a sostituire gli esseri umani” dicevano. E invece…
Microsoft ha iniziato a promuovere il suo sistema di intelligenza artificiale Copilot parlando apertamente di quanto le aziende potrebbero risparmiare spendendo meno soldi per assumere e trattenere gli esseri umani.
Con tanto di esempi:
Microsoft ha già implementato Copilot nei propri team di vendita e assistenza clienti, il che le ha consentito di mantenere la crescita delle vendite nonostante il licenziamento di 10.000 dipendenti.
La società fintech britannica Finastra ha utilizzato Copilot per realizzare una recente campagna di marketing, il che le ha consentito di gestire la campagna internamente anziché assumere un'agenzia esterna.
Il colosso dei semiconduttori Broadcom utilizza Copilot per gestire il proprio help desk IT, il che gli consente di mantenere il personale al di sotto delle 20 unità e di risparmiare milioni di dollari.
Bell Canada ha inserito i chatbot nel suo call center clienti, contribuendo a un “risparmio sui costi di manodopera” di 20 milioni di dollari.
Le Big Tech fino a questo momento avevano sempre sorvolato sul tema, cercando di non mettere in evidenza la rottura che l’AI avrebbe generato sul mercato del lavoro.
Ora però Microsoft ha spezzato il sigillo e possiamo aspettarci che diverse altre aziende seguiranno il suo esempio.
Anzi, qualcuno già lo sta facendo…
L’inversione di rotta delle Big Tech ovviamente non è casuale.
Ora che l’AI sembra avere raggiunto il suo limite, i giganti della tecnologia devono colmare l’enorme buco economico creato per costruire l’infrastruttura dei sistemi di intelligenza artificiale. Al tempo stesso, gli investirori vogliono la prova che investire denaro nei chatbot genererà profitti reali e che l’argomento non si esaurirà come il metaverso o gli NFT.
Mentre queste due forze si vengono incontro, possiamo aspettarci che ampie fasce della forza lavoro diventeranno automatizzate e che i lavoratori rimanenti saranno gravati da aspettative più elevate in termini di produttività.
Gli assistenti vocali hanno fallito (per il momento)
“Hey Siri, dammi la ricetta per i pancake al cioccolato.”
Siri: “Ecco cosa ho trovato sul web.” [Elenco di link]
“Hey Google, come faccio ad arrivare in stazione nel minor tempo possibile?”
Google: “Scusa, non ho capito.”
“Alexa, quali film sono usciti al cinema questo mese?”
Alexa: “…”
“Alexa?”
Alexa: “…”
Questo è più o meno il tenore delle conversazioni che abbiamo avuto fino a questo momento con gli assistenti vocali.
Nel frattempo, ci siamo abituati ad avere scambi sempre più naturali e profondi con ChatGPT e le nostre aspettative sulla capacità dell’AI di dialogare con noi si sono notevolmente alzate.
Non stupisce quindi che Alexa & co. siano in profonda crisi.
Non è comunque la fine degli assistenti vocali. Piuttosto, è la fine della loro prima, goffa e sperimentale generazione.
La seconda sta iniziando proprio ora, con la versione vocale di ChatGPT e l’integrazione di ChatGPT dentro Siri, e potrebbe essere quella che ci permetterà di avere finalmente conversazioni davvero naturali con l’intelligenza artificiale.
Il tizio che ha comprato la Banana di Cattelan è un truffatore
La Banana di Cattelan - che in realtà si chiama “Comedian” - è stata acquistata lo scorso mese per 6,2 milioni di dollari dall’imprenditore digitale Justin Sun, che poi se l’è mangiata.
Mentre il web si divideva tra meme sulla Banana e riflessioni meta-artistiche sul gesto compiuto da Sun, Slate si è interrogata su due questioni un po’ più importanti: chi è esattamente Justin Sun? E perché ha comprato la Banana di Cattelan?
A quanto pare, l’imprenditore cinese è in realtà un truffatore coinvolto in alcune operazioni poco trasparenti, come la creazione di una criptovaluta basata su documenti copiati da Ethereum senza il suo consenso, il collegamento a uno schema Ponzi che ha portato al suicidio di una persona e storie di legami con il governo cinese oltre a testimonianze di violenza sul lavoro e minacce di morte.
Ma cosa c’entra tutto questo con la Banana? Probabilmente niente. Sun voleva semplicemente ostentare la sua ricchezza e ha sfruttato l’operazione per fare pubblicità alla sua criptovaluta.
È finita un’era
Dopo quasi due anni e 152 spettacoli in cinque continenti, l'Eras Tour di Taylor Swift è terminato questa settimana con lo show di Vancouver. Con buona probabilità, sarà ricordato come un fenomeno culturale alla pari della Beatlemania o di Woodstock.
È stato anche un colosso economico. Quando la prima tappa si è conclusa nel 2023, era già il tour con il più alto incasso di tutti i tempi, guadagnando più di 1 miliardo di dollari in 66 spettacoli. Dopo altri 86 spettacoli quest'anno, si stima che il bottino finale sia di circa 2,2 miliardi di dollari.
E se questo numero non dovesse bastarti, ecco qualche altro dato:
le vendite di merchandising hanno raggiunto un totale di circa 440 milioni di dollari
il film Eras Tour ha incassato più di 261 milioni di dollari in tutto il mondo, un record per un film-concerto
the Eras Tour Book ha venduto la cifra record di 814.000 copie cartacee nella prima settimana dalla sua uscita, al prezzo di 39,99 dollari
i fan hanno percorso in media 342 chilometri per vedere uno spettacolo
negli Stati Uniti hanno speso in media 1.300 dollari a testa tra biglietti, abiti e altro
la prima tappa del tour ha contribuito con 4,3 miliardi di dollari al prodotto interno lordo degli Stati Uniti nel 2023
la Svezia ha registrato un'inflazione superiore alle aspettative a maggio, quando Swift ha tenuto tre spettacoli a Stoccolma
Molto probabilmente passerà un bel po’ di tempo prima di rivedere qualcosa del genere.
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