Alcune cose su M - Il Figlio del Secolo che è senza dubbio la serie del momento:
la serie è molto diversa dall’omonimo libro di Antonio Scurati da cui è tratta
le musiche sono curate da Tom Rowlands dei Chemical Brothers
forse abbiamo un problema quando dobbiamo rappresentare il potere
Dopo aver guardato le prime due puntate sono andato a cercare alcune cose:
l’altezza di Vittorio Emanuele III
la vita di Gabriele D'Annunzio
il concetto di superuomo
Tutte cose che probabilmente avrei dovuto studiare meglio in passato ma che sono riuscito a contestualizzare solo ora guardando la serie, che ha riacceso in me un sincero interesse nell’approfondire personaggi ed eventi della nostra storia recente.
E, come dimostrano anche i podcast di Barbero stabilmente ai primi posti per numero di ascolti in Italia, a quanto pare non sono l’unico ad essermi appassionato di storia in questo periodo.
Anzi, documentari, serie, libri e podcast storici sono sempre più popolari e remunerativi: il business della storia sta vivendo un vero e proprio boom.
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Nella newsletter di oggi: ma il Metaverso? Snoop Dogg su LinkedIn e un podcast con Marinelli sul Figlio del Secolo.
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È iniziata una rivoluzione nel mondo dei social
Un gruppo di attivisti e personaggi pubblici - tra cui l’attore Mark Ruffalo e lo scrittore Cory Doctorow - sta lanciando FreeOurFeeds, un progetto per creare social media pubblici e non controllati da grandi aziende.
L’obiettivo è costruire una rete di piattaforme aperte e interconnesse basate su un sistema tecnologico innovativo chiamato protocollo AT - quello su cui si basa Bluesky, una delle principali alternative a X (ex Twitter). Questo sistema permetterebbe agli utenti di avere più controllo sui propri dati, sull’algoritmo e sull’esperienza online.
Il progetto punta a trasformare proprio Bluesky in un intero ecosistema indipendente, finanziato da una fondazione senza scopo di lucro. Questo garantirebbe piattaforme più libere, trasparenti e sicure per la comunità. FreeOurFeeds vuole raccogliere 30 milioni di dollari per creare l’infrastruttura e supportare sviluppatori indipendenti.
Nell’ultimo periodo, dinamiche come l’avvicinamento tra Musk e Trump e le scelte di Meta per ingraziarsi la nuova presidenza stanno infatti rendendo sempre più evidente che la promessa originale di Internet come strumento di democratizzazione e libera espressione sta rapidamente sfumando.
FreeOurFeeds vuole quindi creare un’alternativa in cui quello che vediamo e il modo in cui interagiamo sui social non sia progettato sulla base delle preferenze e degli interessi economici e politici di grandi aziende e personaggi miliardari.
L’intento sembra quindi essere molto nobile, anche se tremendamente difficile da realizzare.
Innanzi tutto, raccogliere 30 milioni di dollari in un panorama in cui il capitale privato domina i finanziamenti per i progetti tecnologici non è un'impresa da poco. Creare una piattaforma veramente decentralizzata che sappia resistere alle influenze delle aziende e della politica è un obiettivo molto ambizioso.
Ma la vera sfida è un’altra: convincere noi utenti ad abbandonare social come Instagram o Facebook che sono entrati nella nostra quotidianità e che ospitano decenni dei nostri ricordi personali.
Nel frattempo, il CEO di Mastodon - altra popolare alternativa a X - sta trasferendo la proprietà della piattaforma a una nuova organizzazione non-profit con sede in Europa. Il founder assumerà un nuovo ruolo nella supervisione della strategia di prodotto e l’app non subirà cambiamenti.
Queste iniziative vogliono inaugurare una nuova era di Internet, che non sappiamo ancora se vedrà effettivamente la luce, ma che ci dicono qualcosa sullo spazio che esiste per rendere il web un luogo migliore, più libero e aperto.
TikTok abbandona gli USA
Questo weekend TikTok potrebbe abbandonare per sempre gli USA.
La Corte Suprema degli Stati Uniti è infatti chiamata a esprimersi su un ricorso contro il ban della piattaforma dal paese che sembra però destinato a materializzarsi e che provocherebbe la chiusura del social negli USA a partire dal prossimo 19 gennaio.
Nel frattempo, gli utenti americani si stanno spostando in massa su RedNote, un’altra app cinese di contenuti video, definendosi “Rifugiati di TikTok” e utilizzando i traduttori per capire come utilizzarla.
Proprio gli utenti, sia privati che aziende, sarebbero le vere vittime del ban, perdendo storico e visibilità dopo aver investito tempo e denaro per costruire la loro fan base.
ByteDance - l’azienda che controlla TikTok - invece, non è particolarmente preoccupata: non solo l'America non è il pubblico più grande di TikTok, ma non sarebbe nemmeno il più grande numero di utenti perso a causa di un divieto nazionale.
La base di utenti più grande di TikTok è infatti l'Indonesia , dove ha circa 160 milioni di utenti attivi al mese e al secondo posto ci sono Stati Uniti e Brasile, entrambi con circa 100 milioni di utenti.
E quando il governo indiano ha vietato TikTok nel 2020, c'erano circa 200 milioni di utenti indiani sull'app, il doppio di quelli che hanno attualmente negli Stati Uniti.
Non esattamente una tragedia per ByteDance, quindi.
Ma una domanda a questo punto sorge spontanea: perché tutti stanno bannando TikTok?
Che fine ha fatto il Metaverso?
Nel 2021, Mark Zuckerberg ha puntato tutto sul metaverso, immaginando un futuro digitale immersivo che avrebbe sostituito il web. Nonostante un investimento di oltre 46 miliardi di dollari, la promessa del metaverso è rimasta in gran parte irrealizzata. Limiti tecnologici, dispositivi ingombranti e la crisi del settore crypto hanno contribuito a ridurre l'entusiasmo iniziale.
Meta ha faticato a convincere il pubblico, anche a causa di un approccio troppo focalizzato sul lavoro e poco sul divertimento. Mentre l'azienda continua a investire nella realtà mista e negli smart glasses (in collaborazione con Ray-Ban), il termine "metaverso" è ormai abbandonato, sostituito da concetti come realtà mista e spatial computing.
Apple e Meta offrono visioni contrastanti del futuro: dispositivi potenti ma costosi contro opzioni più leggere ed economiche. Intanto, l’attenzione si sposta verso l’integrazione delle intelligenze artificiali, segnando un cambio di rotta che potrebbe ridefinire il panorama tecnologico.
1 annuncio di lavoro su 5 è falso
Si chiamano “ghost jobs” e costituiscono 18-22% delle offerte di lavoro che vediamo sulle piattaforme online, secondo uno studio condotto da Greenhouse.
Ma perché le aziende dovrebbero prendersi la briga di pubblicare annunci che non hanno la minima intenzione di riempire?
Per vari motivi: fare intendere al mercato che l’azienda è in crescita, creare una banca dati di talenti da contattare in futuro, farsi pubblicità mantenendo il loro marchio sempre presente nelle bacheche degli utenti, ma anche per rispettare le normative sulla trasparenza specifiche di alcuni Paesi e, in alcuni casi, perché si dimenticano di cancellare l’annuncio dopo aver trovato la persona da assumere.
Le piattaforme come LinkedIn, Indeed e la stessa Greenhouse stanno introducendo strumenti per identificare e arginare gli annunci falsi, nel frattempo, cercare lavoro online può diventare una scocciatura.
Meglio allora puntare sulle sane e vecchie connessioni personali.
Ai giovani non piace l’alcol
Non te l’aspettavi, eh? E invece…
Un sondaggio di Gallup ha rilevato che la percentuale di giovani tra i 18 e i 34 anni che bevono ha raggiunto il minimo storico del 59%.
La percentuale dello stesso gruppo che ritiene che anche il bere “moderatamente” sia dannoso per la salute è salita al 65%, il doppio rispetto a quanto accadeva all’inizio del secolo.
Cresce invece il consumo di bevande analcoliche: +29% nel 2023 per un mercato che vale 13 miliardi di dollari in totale e in cui il 17% dei bevitori è nuovo sul mercato.
Ma perché bere non è più cool?
Beh, perché non fa particolarmente bene, c’è una nuova attenzione alla salute e al benessere e di conseguenza sta diminuendo gradualmente la pressione sociale sul consumo di alcol per divertirsi e sentirsi inclusi.
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